come si realizza turiyatita?

Domanda – Bhagavan ha detto che Turiya, il 4° stato, è dimorare come il Cuore; quindi a Turiya segue Turiyatita, il 5° stato. Come si realizza Turiyatita? Bhagavan – Turiya ha a che vedere solo con i tre stati di veglia, sogno e sonno profondo, percepiti da chi li vive come stati successivi, come le immagini che cambiano su uno schermo cinematografico. Turiyatita è lo schermo che persiste sempre. Tu sei QUELLO. SII QUELLO. È naturale. [Tratto da ‘Talks of Bhagavan with Samuel T. Continua a leggere →

le fasi del ciclo dell’evoluzione della coscienza sono diventate contemporanee

Mukti: — Condivido alcune riflessioni che la mente fotografa da qualche giorno. Anche la Consapevolezza e la Conoscenza sono frutto di un moto creativo. Per questo quando si riassorbono il cerchio è chiuso. Ultimamente c’è il riconoscimento di essere già stata ‘a questo punto’. Soham: — Sì, anch’io ho questo sentire. Credo derivi dallo stare ogni notte nel sonno profondo senza sogni. Non si dice forse che lo jnani è sempre nel sonno profondo? Mukti: — Allora, riassorbita Continua a leggere →

come affrontare i contenuti mentali che emergono durante la sadhana

Domanda – Bhagavan ha detto: “Cosa sta dentro deve uscire”. Si deve permettere a ciò che vien fuori di crescere e impossessarsi completamente del sadhaka? Bhagavan – Le vasana vengono fuori durante la sadhana, esse vanno recise riportando l’attenzione alla Sorgente [attraverso la domanda “Chi sta sperimentando questo”]. Non serve a niente scendere al loro livello. Tenetevi stretto all’Uno. [Conversazioni di Bhagavan con Samuel T. Rappold]   Continua a leggere →

come stabilirsi nel samadhi

Come ci si stabilisce nel samadhi, lo stato unitivo? Abbandonandosi e abbandonandosi a Dio, il Sé, ignorando tutte le memorie in opposizione: traumi ecc. È totalmente una questione d’Amore, perciò non concentratevi sulle negatività, ma sull’Amore per il Divino, sia inteso come il Tutto che come l’Uno senza secondo. Il samadhi si approfondisce, fino a giungere al nirvikalpa. Lì l’abbandono è così intenso che anche la coscienza-conoscenza si riassorbe. Lights-out, si spengono le luci Continua a leggere →

può esserci solo la realizzazione del Divino

Che significa essere abbandonati a Dio? Non so neanche più spiegarlo, mi sembra così naturale e ovvio. Ci provo. Tu adempi ai compiti che la vita ti pone, ma abbandoni il risultato nelle mani di Dio, non ci pensi più, accetti il risultato che Dio avrà deciso. Questo significa avere un buon rapporto con Dio, di amore e fiducia; ti fidi di quello che Lui farà per te, altrimenti subentra l’ego che comincerà a combattere contro il mondo e addio stato unitivo. Abbandonare il risultato dell’azione Continua a leggere →

quello che i praticanti di neti-neti non capiscono di noi

Quello che non capiscono di noi i praticanti di neti-neti, quelli della scuola di Nisargadatta, Siddharameshwar ecc., è che Turiya è un samadhi, non una conoscenza intellettuale tratta da qualche esperienza del Sé temporanea che poi hai conservato nella memoria come una cartolina che ti sei comprata in vacanza. Essendo un samadhi, turiya è guidato dall’intelligenza divina, la Shakti. Quando turiya ha eroso i concetti, si tramuta naturalmente in turiyatita, l’oltre turiya. Eppure ai Continua a leggere →

l’amore supremo

Prema (l’amore divino) e bhakti (la devozione) appaiono soltanto nel savikalpa samadhi; nel nirvikalpa non appaiono, non essendovi lì né coscienza di altri esseri, né la dualità individuo-Dio. Un giorno, parlando di Vishvamitra, Sri Ramana disse che era un essere così potente che avrebbe potuto duplicare l’intero universo o crearne di nuovi. Qualcuno chiese perché allora non aiutasse gli esseri umani e Sri Ramana rispose che al suo livello non si rendeva nemmeno conto dell’esistenza Continua a leggere →

la coscienza del realizzato

È sorprendente come tutto proceda bene anche senza un io individuale. Anzi, procede benissimo perché l’agire non è influenzato dalle aberrazioni della mente. La mente del realizzato è una mente funzionale, neutra, per niente caricata di tutte le significanze che l’ego le conferisce. Quando si è ad occhi chiusi c’è il nirvikalpa. Del nirvikalpa si usa dire che non c’è niente. È vero, non ci sono oggetti mentali. C’è però l’Uno, c’è solo Quello. Quando il realizzato ha Continua a leggere →

vivere nello stato di non separazione

A un certo punto non puoi dare nessun nome al Sé, perché è oltre qualsiasi concetto. Puoi però chiamarlo ‘stato unitivo’. Quindi il Sé è essere Uno col momento presente così come appare nella sua specifica configurazione, con sempre minore attenzione alla specifica configurazione e sempre maggiore attenzione all’Uno, così che i momenti diventano un Unico Eterno Presente. Poi il concetto di tempo svanisce del tutto e non rimane nemmeno il senso di un eterno presente. Non importa Continua a leggere →