il principio-io

Il ‘Vero Io’ è non localizzato, non personale ma universale, non ha niente a che vedere col corpo, con la mente e col mondo (che è una proiezione della mente), è quindi l’Unica Realtà, non ha bisogni perché è pago di Sé stesso, ed è insieme Puro Essere e Pura Coscienza. Quando portate l’attenzione alla sensazione di ‘io’, nella vostra mente si forma immediatamente un’immagine di voi stessi. Questa immagine è il risultato dell’identificazione del Principio-Io, il vero voi, Continua a leggere →

mahavakya

Mahavakya è la contemplazione profonda e ripetuta dei grandi detti upanishadici: io sono il Sé, io non sono il corpo, il mondo è un’illusione ecc. Io lavorai molto su ‘il mondo non esiste’ (l’insegnamento base di tutto lo Yoga Vasistha) e questo faceva subito stagliare immediatamente il Sé senza distrazioni – se tutto il resto è illusione su che poggiare il pensiero se non sul Sé? Poi, a un certo punto suonò come una forzatura, e gradualmente, dopo aver tolto al mondo l’illusoria Continua a leggere →

la stabilizzazione dell’illuminazione – 2

Su ‘Dialoghi con Sri Ramana Maharshi’, subito dopo il discorso 57, alla data ‘24 giugno 1935’, trovate ‘Sri Ramana Gita’. In quelle due pagine e mezza Sri Ramana chiarisce un dubbio circa la differenza tra un jnani e un siddha. Nella parte finale, che vi riporto in basso, chiarisce il metodo per stabilizzare l’illuminazione: “Il Sé è nitya aparoksha, cioè eternamente realizzato, in maniera cosciente o incosciente. […] Alcuni concludono dicendo che aparoksha [l’esperienza Continua a leggere →

in alcuni momenti sono il Sé

— In alcuni momenti sono il Sé in cui immagini, sensazioni ecc. entrano ed escono senza lasciare traccia. La materia diventa più sottile e si trasforma in energia. Quindi mi chiedo: ma qual è il significato del corpo fisico con i suoi acciacchi? Di questo mondo con tutti i suoi condizionamenti? È un aiuto o una punizione? A quel punto cerco di abbandonarmi al Divino e questo mi aiuta. — Bravissimo! Io lo aspettavo. A quello che ti ho detto deve aggiungersi l’Abbandono, altrimenti è Continua a leggere →

la stabilizzazione dell’illuminazione

Quando si leggono le storie spirituali si pensa che uno raggiunga l’illuminazione e finalmente è fatta, sta a posto così... Per procedere con ordine, dobbiamo stabilire un punto convenzionale da cui far partire l’illuminazione. Io parto dal momento in cui l’aspirante ha capito che è Il Sé, di non essere il corpo e la mente, che il suo io non è personale, e testimonia tutte le manifestazioni confondersi raramente con loro e perdendo raramente la consapevolezza di essere il Sé eterno, Continua a leggere →

devozione al Guru e a Dio

Il sadhaka sulla via di Jnana è spesso arrogante (almeno in occidente, altrove non so) e non conosce o addirittura snobba la devozione al Guru e a Dio. Qualcuno mi ha addirittura scritto criticando il mio uso della parola Dio perché a sua dire sarebbe duale. Senza abbandono al Guru e a Dio non si va da nessuna parte, l’ego rimane lì! In tutte le varie biografie di Sri Ramana Maharshi risalta evidente che la devozione e l’abbandono al Divino di Bhagavan erano assoluti. Dal Jnaneshwari, Continua a leggere →

nessuna nascita, nessuna morte

“Nessuna nascita, nessuna morte, nessun cambiamento. Sono eterna immutabile Coscienza. I cambiamenti sono apparenti movimenti sulla mia superficie che non sfiorano nemmeno la mia profondità della mia identità. In realtà sono illusorie manifestazioni fatte di Me che nascono e tramontano dentro di Me. L’idea di identificare la Realizzazione in uno stato che duri per sempre è folle!, ed è tra gli impedimenti alla Realizzazione. Tu non sei il samadhi, tu sei sempre TU: che tu sia agitato, Continua a leggere →

la pratica del “questo è me”

— La pratica del “Questo è me” inizialmente mi ha portato vicino alla verità, ora sta facendo emergere tutto quello che vedo come diverso da me. A volte la mente, ripetendo “questo è me”, crea uno stato d’ansia che poi si rivela come un conflitto interno verso ciò che non riesco a vedere con equanimità. — Questo succede quando la Presenza Mentale si indebolisce. Allora fa’ un passo indietro e assumi la posizione del puro Testimone senza far niente. Inoltre, quando ne senti Continua a leggere →

il conoscitore non è localizzato

Il Conoscitore, il Principio-Io, non è localizzato, è dappertutto. All’inizio l’aspirante lo cerca dentro se stesso (Who is in? Chi c’è dentro?) per i motivi che ho spiegato in “questo è me” e in più perché è abituato a considerare che l’Io è nel corpo. Ciò però crea un limite che lo destina ad avere al massimo delle esperienze dirette istantanee, perché viene immediatamente disturbato dall’esterno che è considerato non-sé. Quando capisce che il Principio-Io non è localizzato Continua a leggere →

questo è me

Una sadhana è assai ampia e complessa perché lungo il suo corso va a trasformare innumerevoli aspetti – fisici, energetici e mentali – dell’aspirante. Infatti, anche all’interno della medesima Via, ogni sadhana non può che essere unica e irripetibile. Proprio per questo i miei post quindi non hanno la pretesa di indicare una sadhana – cosa che può essere fatta solo all’interno della relazione continuativa tra maestro e allievo. Essi sono quasi sempre ispirati dalle domande che Continua a leggere →