sul Sé testimone

— Si dice che il Sé è il testimone di tutto. — Il termine ‘Testimone’ implica il guardare qualcosa, perciò è duale. Ma il Sé è oltre la dualità. La parola ‘Testimone’ attribuita al Sé va intesa come ‘Presenza’ senza la quale niente potrebbe esistere. Senza il sole non potrebbero avvenire le attività del mondo. Il sole le illumina, ma non ne fa parte. Questo è il significato di ‘Testimone’ riferito al Sé. Vedi il discorso di Sri Ramana 466. Continua a leggere →

sul sonno sveglio e i quattro tipi di jnani

Questo Essere immutabile e sempiterno. Non fa parte del mondo. Quando la coscienza lo nota, il corpo e la mente (che sono del mondo) si addormentano e la coscienza resta sul Puro Essere. Questo è il sonno sveglio. Se la coscienza si fonde col Puro Essere, invece che solo osservarlo, allora si ha il samadhi – per questo si dice che il sonno sveglio è un semi-samadhi. Il sonno sveglio è lo stato principale del Brahmavidvara, mentre per il Brahmavidvariya è il samadhi. Quando la mente Continua a leggere →

sulla incontaminabile purezza del Sé

Adi Shankara, Vivekachudamani, 450 – Benché l’aria possa venire a contatto con una brocca piena di liquido, non per questo assume le caratteristiche del liquido. Così l’Atman, per quanto in rapporto con le sovrapposizioni, non viene cangiato dalle loro proprietà. Commento di Sergio – Valmiki, che aveva assassinato 72 persone e ne andava pure orgoglioso, deve aver capito subito di non essere Valmiki dopo che Narada lo convertì. Continua a leggere →

su non-distanza, affinità, musica e silenzio

Commento al Report di Monica Monica: «Al risveglio Sono ‘Non-Distanza’. Non c’è distanza con l’oggetto mondo. Un totale non-attaccamento. Onde di Beatitudine mi pervadono». COMMENTO DI SERGIO L’affinità è una considerazione di distanza. Esempio: «mi sento più vicino al jazz che all’heavy metal. Più distanza meno affinità; meno distanza più affinità; distanza zero: Samadhi! Il non attaccamento che qui si sperimenta non è dato dalla negazione del mondo ma dal fatto che Continua a leggere →

il giusto equilibrio nell’insegnamento

L’insegnamento sulla Liberazione in sé è semplice: “Lo senti l’Essere? Non l’essere legato al corpo e a un pacchetto di caratteristiche mentali che ritieni essere tu, ma il Puro Essere. Quello sei tu. Non è mai nato, né muore, non va da nessuna parte, non si evolve, è sempre ed è immutabile”. Tutto qui. Ma molti non sono nemmeno in grado di sentire quest’Essere. Sentono l’essere personale, legato a tutte le sue identificazioni nel sogno del mondo fenomenico. Ecco che Continua a leggere →

indicazioni per la liberazione

Adi Shankara, Vivekachudamani, 252 – Come nel sogno il luogo, il tempo, gli oggetti, il conoscitore ecc. non sono reali, così il mondo dell’esperienza di veglia, causato dall’ignoranza, non è reale. E poiché il corpo, gli organi, il prana, il senso dell’io ecc. non sono reali, tu sei Quello: il sereno, il puro, il supremo Brahman non-duale. *     *     * SERGIO – INDICAZIONI PER LA LIBERAZIONE Fuori dalla Meditazione Formale: 1. Rimani cosciente tutto il giorno, come meglio Continua a leggere →

in questo oceano, essenza di beatitudine, la mia mente si è sciolta come un chicco di grandine nel mare

Adi Shankara Vivekachudamani (Il grande gioiello della discriminazione) 478. Questa è la conclusione ultima del Vedanta: il jiva [l’anime individuale] e l’intero universo non sono altro che Brahman. Liberazione significa essere stabilizzati nel Brahman, esistenza indivisibile; d’altra parte la Shruti dichiara che Brahman è Uno-senza-secondo. […] 480. Dopo aver contemplato per un certo tempo l’assoluto Brahman [come Pura Coscienza o Puro Essere], e ancora permeato dalla beatitudine Continua a leggere →

come interpreto il ruolo dell’insegnante spirituale

Non è quello di portare l’attenzione dell’aspirante sul Guru esterno, ma sul Sé, che è il Guru interno e il vero Guru. Perciò umiltà e basso profilo. Se leggete i discorsi di Ramana Maharshi vi renderete conto di come cercava sempre di evitare che lo identificassero nell’artefice della Grazia, nel Salvatore. In quei casi diceva sempre: “Il Potere Superiore vi sta guidando”; oppure quando i devoti lamentavano di doversi allontanare fisicamente da lui: “Potete mai allontanarvi dal Continua a leggere →

ai genitori

Mia madre mi vedeva come Sergio, e amava Sergio; e io mi sono innamorato di questo Sergio e ho cercato di difenderlo e di promuoverlo. Ma Sergio era proprio l’ostacolo a Quello che sono. Se mia madre mi avesse visto come Pura Coscienza, io mi sarei innamorato di quella e avrei difeso quella, risparmiandomi un bel po’ di fatica per disidentificarmi dall’ostacolo Sergio e per tutto il tempo che ho speso per difenderlo e promuoverlo. A volte i genitori chiedono come comportarsi con i figli. Continua a leggere →

un altro errore che si compie col samadhi

Gli aspiranti sulla via di Yoga e di Jnana spesso pongono più attenzione all’ottenimento di uno stato yogico che all’abbandono al Divino. Poiché il samadhi non è null’altro che abbandono, con il loro approccio potranno ottenere al massimo solo samadhi istantanei, nulla di più. Allora aumentano i loro sforzi, ma il risultato non cambia; perciò sono sempre arrabbiati. Notando poi il loro astio e paragonandolo allo stato emozionale descritto dai maestri in samadhi, si arrabbiano ancora di Continua a leggere →