un altro errore che si compie col samadhi

Gli aspiranti sulla via di Yoga e di Jnana spesso pongono più attenzione all’ottenimento di uno stato yogico che all’abbandono al Divino. Poiché il samadhi non è null’altro che abbandono, con il loro approccio potranno ottenere al massimo solo samadhi istantanei, nulla di più. Allora aumentano i loro sforzi, ma il risultato non cambia; perciò sono sempre arrabbiati. Notando poi il loro astio e paragonandolo allo stato emozionale descritto dai maestri in samadhi, si arrabbiano ancora di Continua a leggere →

non ci si rende conto

Non ci si rende conto di quanto sia immenso il dolore di essere separato. Non ce ne si rende conto perché per sostenere l’angoscia si ricorre alle esaltazioni dell’ego e a un continuo flusso di pensieri che servono per attutire il dolore. Entrambi sono dopanti, come assumere cocaina per sopportare una condizione altrimenti intollerabile. Ma a un certo punto non funzionano più. Quando le cose vanno male, o si diventa vecchi e ci si avvicina alla dipartita, il dolore non può che emergere. Se Continua a leggere →

un preludio al samadhi

A chi lavora con me insegno il Metodo Silva; una volta appreso si è in grado di entrare in alfa in 3 secondi. Se lo si usa per fare miracoli o viaggi astrali ci si porta dietro anche un bell’ego; ma se si va solo nel rilassamento consapevole, diviene un abbandono oggettivo, una diminuzione di ego e separazione: a tutti gli effetti un sonno sveglio. Allora quell’apprendimento diventa un preludio per il samadhi. Io suggerivo loro di mettere una bella musica meditativa, di entrare in alfa e Continua a leggere →