la scomparsa dell’illusorio senso di causa-effetto

Dopo la realizzazione del Kevala Nirvikalpa Samadhi1, Jnanananda sognò un grande albero in un prato. Con due dita gigantesche prese quest’albero, lo estrasse delicatamente dal terreno e lo lasciò sospeso nell’aria. L’immagine voleva dire che il Sé (l’albero) non aveva più radici nella mente (la terra). Quando tredici mesi dopo realizzò manonasa2, sognò ancora quell’albero, ma questa volta al posto delle radici c’erano le sue stesse fronde. Voleva dire che il Sé era senza causa. Continua a leggere →

due sogni e tre realizzazioni

Shivananda — Amato Sergio buongiorno. Ti mando gli ultimi due sogni. Nel primo tutte le parti sono me: l’azione del fotografare, la persona fotografata, la domanda e la risposta sono in pratica da me a me. Esclamo: “Sono io!”. “Ma come fa a sapere che sono io?”. Poi vedo una scena. C’è una persona seduta sulla sabbia. Da sotto la persona escono due braccia enormi e lunghe che con una fotocamera scattano una fotografia alla persona seduta e se ne ritornano sotto la sabbia. Allora Continua a leggere →

l’amore non è più verso qualcuno o qualcosa, ma è la sostanza del Sé

Rimirando nella consapevolezza del Sé, accade che l’energia si concentri in un punto preciso del petto che corrisponde al cuore fisico. Questo movimento energetico ‘accende il cuore’ che pulsa, vibra di energia è diventa il centro della terra. È una vibrazione che fa implodere, concentra e al tempo stesso eleva e trasforma la relazione con la manifestazione. Sé e manifestazione sono compenetrati, non c’è alcuna, se non solo apparente, differenza. Pura, delicata, onnipervadente Continua a leggere →