tu consideri che esistano tre categorie

Tu consideri che esistano tre categorie: il Sé, il tuo corpo e il mondo. Questo alimenta un bel po’ l’illusione e la mente. Devi giungere a vedere che il corpo e il mondo sono fatti della stessa essenza immateriale, vacua e silente del Sé. Allora non avrai più distrazioni e non assumerai identità diverse a seconda dell’occasione. Rimarrai nel Sé, nel Silenzio, anche quando il tuo corpo opera nel mondo, stando nel mondo senza esserne figlio. Continua a leggere →

definizione essenziale di mente

Quando non riusciamo a confrontare una verità (anche relativa) poniamo tra noi e la cosa del materiale mentale (pensieri, immagini, identità, emozioni, sensazioni) con cui ci sentiamo più a nostro agio. Tutto questo materiale va a costituire la mente di cui dobbiamo poi sbarazzarci quando vogliamo risalire alla verità.

i silenzi di Bernadette Roberts

Bernadette Roberts era cattolica, quindi lei dà un nome coniato da lei ai vari tipi di Silenzio. Ma guardate quanti ne distingue: “La mia passata esperienza mi aveva portato a conoscere intimamente vari tipi e livelli di silenzio. C’è un silenzio interiore; c’è un silenzio che viene dall’esterno; un silenzio che ferma l’esistenza e un silenzio che inghiotte l’universo intero. C’è un silenzio del sé e delle sue facoltà: volontà, pensiero, memoria, emozione. C’è un silenzio Continua a leggere →

un errore tipico

Tu dici: “Lester Levenson, ‘Preformare Tutto in Amore’, eccezionale”. E alcuni dicono “Che scoperta è? Persino gli hippy dicevano fai l’amore e non fare la guerra. È l’amore, qual è la novità?”. È l’aria, che novità c’è? Poi qualcuno disegna un’ala e un altro costruisce una turbine e tu voli. È sempre l’aria, ma adesso stai volando. Per capire Lester Levenson dovete capire a fondo la sadhana, non la parola amore, altrimenti non vedrete l’aereo. Continua a leggere →

un primo passo

La Storia di Lester Levenson è un primo passo, ma c’è ancora da chiarire per comprendere a fondo questa via. Per esempio la paura della morte è trattata solo in due righe. Altra cosa appena sorvolata è la comprensione delle cose, anche di quelle che prima erano incomprensibili, che si ottiene con la purificazione della mente. C’è un punto in cui Lester dice: “Sentivo che non avevo più bisogno di fare nulla”; la frase meriterebbe un capitolo, invece è soltanto menzionata. Inoltre Lester Continua a leggere →

il mio essere è esattamente il senso di essere dell’universo

Caro Sergio, da qualche giorno c’è un contatto diverso con ‘CIÒ CHE C’È’. È come se ciò che prima faticavo a sostenere, ora, pur rimanendo immutato il sentire, è più familiare. Nel senso che ‘è’: fermo, stabile, pulito. Ciò che è, è, senza interferenze. E il momento presente è perfetto, puro e cristallino. Tutto è. Il piacere è sempre più familiare, inteso come beatitudine profonda e onnipervasiva. È come se mi stessi allineando a questo piacere e potessi contenerlo, Continua a leggere →

mi sento da un lato autoconsapevolezza e dall’altro corpo-mente

— L’aforisma 126 di Atmananda inquadra bene quanto vivo in meditazione. Mi sento da un lato ‘autoconsapevolezza’ e dall’atro corpo/emozione/stato d’animo, che fungono da prigione, focalizzandosi soprattutto nella sensazione di chiusura dello sterno. So che devo separare l’Io Sono dalla sua prigione. Ci si può muovere al riguardo con maggiore forza o astuzia o con cosa? —Buona domanda! Continua a ripeterti: “Sono Pura Consapevolezza e Tutto e Pura Consapevolezza”. Quando l’attenzione Continua a leggere →