il potere di uno jnani

Il termine sanscrito samkalpa significa ‘intenzione’, ‘volontà’. Bhagavan, come molti altri maestri, affermava che uno Jnani non possiede alcun sankalpa. In quello stato, è il Sé che trasmette al suo corpo un determinato comportamento e gli fa dire quel che dev’essere detto in quel determinato momento, ma dietro a quelle azioni e parole NON VI È ALCUNA SCELTA INDIVIDUALE. Su questo tema una volta Narayana Lyer ebbe con Bhagavan un illuminante scambio, dal quale emerge una rara visione Continua a leggere →

L’attenzione deve mantenersi centrata sul Soggetto

Ramana Maharshi, Discorso 563 Un gruppo di persone venne in visita a Sri Bhagavan. Uno di loro chiese: “Come posso mantenere la mente correttamente orientata?”. M.: Un toro ribelle viene attirato alla stalla per mezzo dell’erba. Allo stesso modo la mente deve essere attratta dai buoni pensieri. D.: Ma non rimarrà stabile. M.: Al toro abituato ad allontanarsi piace vagare. Va però educato a rimanere nella stalla con dell’erba buona. Anche così continuerà a sconfinare nei campi Continua a leggere →

trance ipnotica e trance samadhica

La trance ipnotica è la conseguenza dell’aver deposto la propria identità. Ad esempio guardi una spirale rotante, o ti annulli alla guida dell’ipnotizzatore. Allora, non essendoci più il padrone di casa, la tua mente può essere guidata da un altro. Chi è consapevole di Sé è ancorato alla Presenza, perciò non è ipnotizzabile. Ben diversa è la trance samadhica. In quel caso si è totalmente assorbiti dal proprio vero Sé e si dimentica il mondo esterno, cioè la mente.  Continua a leggere →

l’unica cosa che c’è da fare è rivolgere l’attenzione all’io e mantenerla lì

L’unica cosa viva e reale che c’è è l’Io. L’Io unisce in sé puro Essere e pura Coscienza, ed è immateriale, privo di forma ed eterno. Perciò, per uscire dall’illusione e realizzare la propria vera identità, l’unica cosa che c’è da fare è rivolgere l’attenzione all’Io e mantenerla lì, senza decadere ritornando a dar credito all’illusione. Allora il mondo illusorio scomparirà e sarete inondati da incommensurabile Beatitudine. Vi sarete riabilitati come Divino: FINE DEL Continua a leggere →

fin da bambina…

Fin da bambina facevo un esercizio; iniziai con avvenimenti importanti, come ricevere un regalo. Cercavo di 'rimanere consapevole' nel momento prima, mentre accadeva e dopo che era successo. Poi mi allenai con accadimenti più insignificanti, come mangiare una caramella. Senza esserne consapevole praticavo la Presenza nel qui e ora. Continua a leggere →

l’esperienza della spontaneità

È come se fossi in una sala cinematografica e spingi per mandare aventi la pellicola del film (la vita nel mondo), ma è il proiettore (il Potere Superiore, Shakti) che la manda avanti. Tu lo sai, ma è così forte il condizionamento, che ti senti un io-agente, tranne forse in alcuni momenti particolari. A un certo punto – a merito dei tuoi ripetuti sforzi – arriva la grazia e cade il senso di essere quello che fa succedere le cose. Allora rimani nella Presenza (o qualsiasi nome tu voglia Continua a leggere →

come il Sé abbraccia il mondo

La Presenza (o qualsiasi modo in cui rilevate il Sé) in una prima fase diviene chiara in meditazione – basta che chiudiate gli occhi e siete lì –, poi gradualmente comincia ad abbracciare il mondo. Allora il mondo appare come un’estensione della vostra mente, e in quanto tale avviene dentro di voi come Sé; non vi sono più eventi esterni separati. Grande appagamento. Ma dovete capire che come volete diventare qualcuno, perdete il Sé. Io ricordo che quando avevo una bella esperienza spirituale Continua a leggere →

prove difficili

— Sergio, faccio un po’ fatica a passare da jnana a bhakti [e mi racconta una serie di vessazioni subisce sul lavoro] Non vengo apprezzato per il lavoro che svolgo, non posso decidere nemmeno di spostare un evidenziatore senza il permesso... Allora decido di aumentare il livello di vigilanza, mi sorbisco tutta questo materiale psicologico e, piano piano ritorno nella Presenza. Ma un approccio bhakti non funziona molto. — Quelle che mi racconti sono prove molto difficili. In quei momenti Continua a leggere →

la spina nel fianco

Gli individui intraprendono la via spirituale per sfuggire al dolore. È la spina nel fianco del dolore (insicurezza, paura, memorie negativi...) che dà loro la motivazione per praticare. Ma praticando prima o poi cominciano a star meglio, e a quel punto aspiranti che sembravano totalmente devoti alla via e al Guru spesso abbandonano… Ritornano ai piaceri e alle distrazioni del mondo e riprenderanno la via spirituale, nella vita presente o in un’altra, quando avranno accumulato di nuovo abbastanza Continua a leggere →