abbandono a Dio e al Guru

Sri Ramana Maharshi, discorso 543 Una volta giunsero molti visitatori e tutti salutarono Sri Bhagavan con un’unica preghiera: “Rendimi un bhakta. Concedimi moksha”. Dopo che se ne andarono Sri Bhagavan disse come pensando ad alta voce: “Tutti loro vogliono bhakti e moksha, ma se dico loro: ‘Donatevi a me’, non lo faranno. Come possono dunque ottenere ciò che desiderano?”.   Continua a leggere →

creazione istantanea o graduale?

Sri Ramana Maharshi, discorso 651 Il maggiore A. W. Chadwick stava copiando la traduzione inglese dell’opera tamil Kaivalya Navaneeta. Quando s’imbattè in alcuni termini tecnici ed ebbe difficoltà a comprenderli, chiese aiuto a Sri Bhagavan. Sri Bhagavan disse: “Quelle parti trattano le teorie della creazione. Non sono importanti perché le Shruti non intendono esporre queste teorie. Vi fanno cenno di passaggio per soddisfare il ricercatore che è interessato a tali argomenti. La verità Continua a leggere →

come si deve meditare?

Sri Ramana Maharshi, discorso 294 D. – Come bisogna praticare la meditazione? M. – La meditazione è in verità Atma-nishtha (essere stabilmente il Sé). Ma quando i pensieri attraversano la mente e si fa uno sforzo per eliminarli; questo sforzo è di solito chiamato meditazione. Atma-nishtha è la vostra vera natura. Rimanete ciò che veramente siete, questo è l’obbiettivo. D. – Ma vengono fuori dei pensieri. Il nostro sforzo è inteso solo a eliminare i pensieri? M. – Sì. Continua a leggere →

dal pensiero-io all’infinitamente espansa coscienza-io

Sri Ramana Maharshi, discorso 489 Un gruppo di visitatori chiese quale fosse il metodo per la realizzazione. M. – Al principiante viene consigliato d’afferrare la mente e scoprire la sua natura. Ma cos’è la mente dopotutto? È una proiezione del Sé. Scoprirete che la causa-radice della mente è il pensiero-io*. Andando più in profondità il pensiero-io scompare e rimane una Coscienza-Io infinitamente espansa. Questa Coscienza-Io, quando assume dei limiti, si manifesta come individui. * Continua a leggere →

come si può percepire il Sé?

D. – Come si può percepire il Sé? M. – Come una continua consapevolezza. È semplicemente coscienza. D. – Possiamo riconoscerla quando si manifesta? M. – Sì, come coscienza. Anche in questo momento siete Quello. Non avrete più dubbi quando la vostra coscienza sarà pura [cioè priva di spinte mentali che la offuscano]. [Sri Ramana Maharshi, dal discorso 205]   Continua a leggere →

differenza fra meditazione e l’indagine sul Sé: “Chi sono io?”

Sri Ramana Maharshi, discorso 174 D. – “Esistono due metodi per scoprire la sorgente dell’ego?”. M. – Non esistono due sorgenti né due metodi. Vi è una sola sorgente ed un solo metodo. D. – Qual è allora la differenza fra meditazione e l’indagine sul Sé [“Chi sono io?”]? M. – La meditazione è possibile solo mantenendo l’ego. Vi è l’ego e l’oggetto sul quale si medita. Si tratta dunque di un metodo indiretto. Il Sé invece è unico. Cercando l’ego, cioè Continua a leggere →

jnana (la conoscenza suprema) è oltre conoscenza e nescienza

Un allievo aveva letto libri di yoga in cui erano descritte mirabolanti esperienze di vari tipi di samadhi. Lui perciò si aspettava che nel percorso della ricerca del Sé, secondo gli insegnamenti di Sri Ramana Maharshi, dovesse aspirare allo stesso tipo di esperienze. Lo convinsi che lo jnani è certamente nello stato unitivo, perché la non separazione è la vera natura, ma che è altresì indifferente ai vari tipo di samadhi che possono transitare sulla sua coscienza immutabile, detta sahaja Continua a leggere →

due orientamenti opposti nella via di jnana

C. — Arrivi ad un punto, che anche le parole non hanno più impressioni e comprendi che il silenzio è l’unico rivelatore... Quanta conoscenza e indottrinamento; tutto per evitare di morire a se stessi! Soham — Sì. Nella via di Jnana vi sono due orientamenti opposti: quelli che praticano neti-neti e che indicano il Parabrahman privo di esperienza come il Supremo (buddhisti, il lignaggio Siddharameshwar-Nisargadatta-Ranjit, ecc.), e quelli che praticano iti-iti e indicano il Brahman nirguna Continua a leggere →

esiste solo l’essere

Sri Ramana Maharshi, discorso 105 Maharshi: “Conoscendo Quello, l’ignoto diventa conosciuto” (Chandogya Upanishad). L’attendente di Bhagavan: “nella Chandogya Upanishad vi sono nove modi d’insegnare il mahavakya1 ‘Tat tvam asi’ (Tu sei Quello)?”. M. – No. Non è così. Il metodo è solo uno. Uddalaka iniziò insegnando ‘Sat eva somya’ (Esiste solo l’Essere), facendo l’esempio del digiuno del giovane Svetaketu. 1. – Sat (l’Essere nell’individuo) è messo in Continua a leggere →

diedero a Bhagavan la notizia della morte di qualcuno

Sri Ramana Maharshi, dal Discorso 64 Diedero a Sri Bhagavan la notizia della morte di una persona. Egli disse: “Bene, i morti sono davvero felici, si sono sbarazzati della loro problematica sovracrescita: il corpo. Il morto non piange, ma i sopravvissuti s’addolorano per lui. La gente ha forse paura di dormire? Al contrario, il sonno è desiderato e al risveglio tutti dicono d’aver dormito bene. Il sonno è una morte temporanea; la morte è un sonno più lungo. Poiché l’uomo muore anche Continua a leggere →