liberarsi attraverso l’immergersi nel cuore spirituale e quindi fondersi con esso

Quando, da piccolo, vedevo le immagini del Sacro Cuore di Gesù, pensavo che quel cuore al centro del petto indicasse l’Amore che Gesù ci insegna a dare, al posto di altri sentimenti avversivi, e che quella corona di spine che lo cingeva indicasse la sofferenza che Gesù aveva dovuto sopportare perché, in generale, gli esseri umani non avevano accolto e ricambiato quell’amore. Non sospettavo che quell’immagine indicasse la via per la realizzazione del Divino. Il Cuore spirituale non è Continua a leggere →

un dispiacere relativo

Di recente ho avuto un dispiacere relativo – poiché li colloco all’interno dell’illusione tali dispiaceri durano poco. Comunque, un allievo che studiava con me da più di 8 anni è ritornato di punto in bianco alla casella zero del gioco dell’oca, cioè è tornato com’era prima che iniziasse lo studio e la pratica dell’advaita vedanta. Eppure lo ritenevo prossimo alla realizzazione; era nella fase in cui l’aspirante può entrare a volontà nel Sé, il che significa che il suo samadhi Continua a leggere →

quando si realizza il Sé, il samadhi è implicito

Quando si realizza il Sé, e non si tratta di un’esperienza temporanea ma si rimane tali, il samadhi è implicito; non v’e nessun bisogno di perdere tempo a pensare al samadhi. Se avete dubbi circa il vostro stato unitivo, chiedetevi: “C’è qualcosa che è separato da me? C’è qualcosa fuori da me?”. Se nulla è separato da voi quello è samadhi, indipendentemente da effetti speciali. Il fatto è che la letteratura spirituale ci ha abituati a ritenere che degli stati di trance, per Continua a leggere →

la sadhana advaitina è lo sforzo di rimanere consapevoli del Veggente!

Per poter dimorare nel Sé, che è essere il Sé, che è il sahaja samadhi, lo stato naturale, è necessario che la pressione psicologica degli eventi della vita diminuisca. Se gli eventi della vita ci coinvolgono troppo, il Sé, la Pura Coscienza che è il sostrato del film della vita, verrà offuscato. Riportandoci di continuo al Sé, il percipiente ultimo, attraverso il questioning: “Chi pensa, sente, immagina, percepisce ciò che sto sperimentando?”, a un certo punto avviene un distacco maggiore Continua a leggere →

sushupti, il sonno profondo senza sogni

D.: Perché non possiamo rimanere in sushupti (il sonno profondo senza sogni) tutto il tempo che desideriamo, e restarvi anche volontariamente così come stiamo nello stato di veglia? M.: Sushupti continua anche nello stato di veglia. Siamo sempre in sushupti. Si deve entrare consapevolmente in esso e realizzarlo proprio nello stato di veglia. Non c’è un vero entrarci e uscirne. Essere consapevoli di questo è samadhi. Un individuo ignorante non può restare a lungo in sushupti perché Continua a leggere →

la trance è lo stato naturale

11. Il desiderio dei fenomeni non cesserà finché non viene cancellata dalla mente la percezione dei fenomeni. 12. Come cancellare questa percezione? È possibile soltanto evitando le percezioni esterne della mente. [Yoga Vasistha, libro 3, capitolo 7, “Dio è Pura Coscienza. Il mondo fenomenico non esiste”] COMMENTO DI SOHAM Vasistha sta dicendo che la Verità è lo stato di trance, cioè il nirvikalpa samadhi (o nirbija o nirvana) in cui mondo e corpo scompaiono. È l’assorbimento Continua a leggere →

stai senza far niente

— Non l’avevo mai ascoltata... C’è tradotta in italiano l’Avadhuta Gita; mi sembra stupenda. Cita anche l’infinita gratitudine che nasce verso il Maestro. — È bello quello che stai facendo, ma volevo farti vedere anche un’altra cosa. Invece di mantenere la mente in qualcosa di positivo, STAI SENZA FAR NIENTE, e conferma, ripeti a te stesso: NON SONO QUESTO, NON SONO LA MENTE NÉ IL MONDO, SONO LA TRASCENDENZA E IL DISTACCO. Magari all’inizio, se sei abituato a tenere impegnata Continua a leggere →

differenza fra meditazione e l’indagine sul Sé: “Chi sono io?”

Sri Ramana Maharshi, discorso 174 D. – “Esistono due metodi per scoprire la sorgente dell’ego?”. M. – Non esistono due sorgenti né due metodi. Vi è una sola sorgente ed un solo metodo. D. – Qual è allora la differenza fra meditazione e l’indagine sul Sé [“Chi sono io?”]? M. – La meditazione è possibile solo mantenendo l’ego. Vi è l’ego e l’oggetto sul quale si medita. Si tratta dunque di un metodo indiretto. Il Sé invece è unico. Cercando l’ego, cioè Continua a leggere →

l’avvicinarsi dello stato senza sforzo

Amato buongiorno. Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata da una vecchia amica: “Come state? Siete vivi o morti? Non vi fate più sentire…”. Per un attimo ho avuto paura che la vita ordinaria, omologata al sentirsi un essere umano limitato, stesse tentando di riacciuffarmi e mi sono sentita insicura: “Sto impazzendo? Sto ribaltando tutta la mia vita?”. Stanotte ho sognato che ero nascosta in una soffitta. Nel sogno non ero il soggetto che agiva, ma lo osservavo. Ero un uomo e pensavo: Continua a leggere →

riconosci che non sei separato dall’esperienza e che tu sei la parte dell’esperienza che non cambia. la spiegazione delle due istruzioni.

“Riconosci che non sei separato dall’esperienza” ti dice che non c’è nulla contro cui lottare, e quindi nulla da fare! Ciò depone il ‘doer’, l’io-agente, colui che vuole cambiare il mondo che in apparenza gli si oppone. Una volta deposto l’io-agente, la seconda istruzione ti dice: “Tu sei la parte dell’esperienza che non cambia”. Da sola, questa istruzione condurrebbe al Testimone separato, ma poiché la premessa ha chiarito che tutto è Te, la seconda istruzione ti porta Continua a leggere →