quando si può dire di aver iniziato ad essere stabile nel Sé?

Spesso gli aspiranti non capiscono quando sono diventati stabili nel Sé. Facciamo il punto della situazione. Tutti gli esseri umani avvertono il proprio io, ma la gente ordinaria percepisce che l’io è il corpo più la personalità. Perciò quest’io personale è condizionato dai limiti fisici e mentali ed è soggetto a nascita e morte. Il vero Io è eterno e immutabile, è privo di condizioni e non è legato né al corpo né alla mente. Quindi il primo passo verso la realizzazione-comprensione Continua a leggere →

un dolce miele mi chiama, mi attrae a sé, mi riempie mi ammalia, mi incanta e mi immobilizza, è simile a uno struggersi

Durante il giorno ho come la sensazione di essere leggermente narcotizzata, nel senso che guardo un panorama o qualsiasi altra cosa, ma il mio guardare non ha uno scopo preciso: è spazioso, è pulito… Magari mi soffermo a guardare la forma delle foglie di una pianta o i fiori del prato, ma senza i sottotitoli. Se ho la possibilità, ad esempio quando sono a casa, mi ci abbandono. Allora il respiro si fa sempre più dolce e delicato, un dolce miele mi chiama, mi attrae a sé, mi riempie mi ammalia, Continua a leggere →

come vive un realizzato – 3

Il principio Narayana, e cioè l’aiuto verso agli altri esseri, è insito nel Sé, perciò si manifesta come una spinta spontanea e naturale in chi è identificato col Sé. Nella prima fase della sadhana – che nell’Advaita Vedanta consiste nello scoprire il Sé e renderlo abbastanza accessibile in modo che possa rimanere un punto di riferimento – è prevalente lo sforzo. Quando il Sé è diventato accessibile e le distrazioni non sono insormontabili, diventa progressivamente sempre più Continua a leggere →

come vive un realizzato?

Avendo raggiunto la consapevolezza del Sé, so che dal punto di vista assoluto sono prima del pensiero e perciò inconcepibile, inesperibile e oltre qualsiasi definizione, e che dal punto di vista della creazione fenomenica sono l’essenza di ogni cosa. Interiormente, di ogni apparenza non vedo più la forma ma l’essenza, dunque sono privo di discriminazione è ho identità con tutto. Essendo privo di discriminazione resto nel Sé con la mente inattiva. Esteriormente quasi sempre le cose vanno Continua a leggere →

la luce che non illumina

La luce che non illumina è la Consapevolezza pura che resta quando viene meno l’identificazione con la mente (il mondo). È il silenzio consapevole con cui Dakshinamurti, il primo supremo Maestro personificazione di Shiva, insegnò ai Rishi dissipando ogni dubbio. “Rimane accesa come una luce nella notte, così discreta e gentile da non illuminare il buio”. La notte, senza stelle, è l’assenza del mondo. La luce che non manda raggi all’esterno è la pura Consapevolezza. “Una Continua a leggere →

sei pronto per la Liberazione, ma non ti sei ancora deciso a ‘mollare’ il tuo attaccamento per il mondo

— Quali barriere vi sono a rimanere nel Sé? — Il coinvolgimento col mondo: i dolori del corpo, i problemi sul lavoro e le varie altre questioni. — Devi rinunciare: questo è vitale, nessuna indulgenza! Devi mantenere una rigorosissima costante vigilanza a non fruire degli oggetti del mondo: QUESTO È VITALE! Non pensare che ti stabilirai nel Sé fin quando ti abbeveri del mondo. Certo il corpo ne fruisce: per mangiare e le varie altre sue necessità, ma non Tu in quanto Sé! Quando Continua a leggere →

stai in Quello senza desideri

Lamenti questo e quel problema… Facciamo il punto della situazione. Le scritture insegnano che le vasana offuscano il Sé, ma cosa sono le vasana? Movimenti di attrazione e repulsione. E cosa li attiva? Sei attratto da qualcosa perché la desideri e ne rifiuti un’altra perché desideri non averla; ad esempio, non vuoi morire perché vuoi vivere. Quindi il desiderio c’è quando si vuole qualcosa e anche quando ‘non’ si vuole qualcosa. Da ciò possiamo facilmente comprendere che tutto Continua a leggere →

instabilità nel Sé: le vasana non sono state distrutte a causa dell’insufficiente concentrazione!

— Mi sembra di non riuscire a mettere sufficiente volontà nel concentrarmi sulla pratica e quasi sento di regredire nelle solite identificazioni mentali. — Ricevo spesso messaggi come questo. Se viene da un sadhaka principiante, bisogna controllare se la pratica è svolta correttamente e se ha compreso i principi dell’Atma Yoga. Ma se si tratta di aspiranti senior quasi sempre è un problema di Concentrazione! Incredibile quanto la Concentrazione sia in genere mal compresa nella via Continua a leggere →

qualcosa non funziona nel mio abbandono

— In questi giorni sta emergendo molta frustrazione. Probabilmente qualcosa non funziona nel mio abbandono. Mi è capitato di sentirmi libero al mattino, e poi ben presto mi scontro coi miei limiti, i dolori del corpo, la società composta da individui che seguono esclusivamente il loro ego anche a danno degli altri. — Fa sempre parte del processo di purificazione. A meno che l’aspirante non sia Sri Ramana Maharshi, non sarà in grado di dire “Bene, mi abbandono a Dio”, e vissero felici Continua a leggere →