riconoscimento all’insegnamento

Mukti — Caro Sergio, volevo ringraziarti per il tuo ultimo post, dove spieghi perché hai parlato del sogno desto. Quando io ne parlai a [……], senza saperne nulla ma descrivendo ciò che accadeva, anche aspetti che mi sembravano un po’ ‘disfunzionali’, lui non mi rispose mai riconoscendo ciò che accadeva, anzi a un certo punto mi resi conto che non rispondeva oppure declassava tutto a fenomeni mentali o transitori e quindi di poca importanza. A tal punto che anch’io, riconoscendoli Continua a leggere →

una porta aperta sulla beatitudine infinita

L’unico motivo per cui ho parlato di sonno desto è perché il sapere che lo si incontrerà nel corso della sadhana fa sì che l’aspirante ne noti i segni non appena appare; in più, sapendo che si tratta di un progresso, è già ben predisposto ad accettarlo e ad abbandonarvisi. Se invece non ne sa niente, impiegherà tempo a notarlo e opporrà resistenza ritenendo di non riuscire a mantenere la concentrazione. L’unico motivo per cui né ho parlato è questo, perché tutto quello che c’è Continua a leggere →

dialoghi col sangha

— Sto sperimentando come la personalità sia un insieme di memorie che agiscono indipendentemente dalla volontà. — La benzina che fa agire in automatico quelle memorie è la carica emozionale inconscia rimasta sospesa. Se quella carica è più forte di quanto il distacco conquistato dalla coscienza possa confrontare, quando essa riappare subliminalmente – sia che abbia il segno dell’avversione o dell’attaccamento – l’individuo diventa un meccanismo stimolo-risposta. — Dalla Continua a leggere →

se non raggiungete il sonno desto, vuol dire che non avete ancora l’introversione

L’introversione porta al sonno consapevole (sonno desto, jagrat sushupti). Il sonno desto è riposare nella consapevolezza della consapevolezza. La consapevolezza si fonde nella consapevolezza e si ha il samadhi. Se non raggiungete il sonno desto, vuol dire che non avete ancora l’introversione.

veglia, sogno e sonno implodono nella coscienza

Mukti – Caro Sergio, mentre leggo il tuo post “Sogni, sonno e dopomorte” arriva un flash: questo post, questo istante… io l’ho sognato. “Il sonno desto è mente acquietata”… Eppure c’è l’agire, si producono pensieri, nascono emozioni… ma è sempre Coscienza! Non esiste momento in cui non sono, scomparso è il soggetto ‘io’. Usare la parola ‘momento’ rimanda all’idea di tempo, ma il tempo implode nella Coscienza. Allo stesso modo veglia, sogno e sonno implodono Continua a leggere →

sogni, sonno e dopomorte

“Il Sé è il testimone dell’esistenza negli stati di sonno, sogno e veglia. Questi tre stati appartengono all’ego” (Ramana Maharshi, dal Discorso 13) L’introversione fa sì che l’attenzione si sposti gradualmente dallo stato di veglia – il più duale e separativo – agli stati di sogno e sonno. Allora, a un certo punto, durante la veglia si comincia ad entrare in stati di ‘sonno desto’ sempre più frequenti e prolungati. Ciò è indice di sempre maggiore distacco dal mondo Continua a leggere →

passi indispensabili per il sahaja – la rinuncia

La rinuncia è mantenere ferma la consapevolezza che il mondo fenomenico non esiste, è solo un sogno. Quando questa consapevolezza è stabile e si è già conosciuto il Sé, essere stabili nel Sé (nella Coscienza o l’Essere) è automatico. Se invece questa consapevolezza va e viene, lo stare nel Sé sarà ondivago. Se invece si percepisce il mondo fenomenico è come realtà, si può sperare solo in qualche esperienza diretta istantanea. Continua a leggere →

passi indispensabili per il sahaja – ogni movimento e fenomeno del creato è puro amore di Dio

Mukti: — Caro Sergio, mai come adesso sperimento che “SOLO L’AMORE È”. Arriva pesantezza, stress, scoramento, preoccupazioni, accanimento. Accompagno questi movimenti come una canna al vento, senza troppi pensieri… A volte mi chiedo se il mio corpo si spezzerà. Ma Sergio, l’Amore prende tutto e trasforma in commozione, gentilezza, gratitudine, centratura e a volte non posso fare altro che piangere per la bellezza di tutto questo. Sergio: — Gioisco per te. La questione è che se Continua a leggere →

il ciclo creativo

Secondo l’illusoria visione materialistica il ciclo creativo e dato da Avere, Fare ed Essere. Esempio: ho una chitarra, imparo a suonarla (fare), e divento un chitarrista. Questa è anche la visione del consumismo: avere per essere. Ma voi potete avere una chitarra e fare esercizi quanti ne volete e non diventare mai un chitarrista. Il vero ciclo creativo parte dall’ESSERE, e cioè: “LUI HA L’IDENTITÀ DEL CHITARRISTA”!!! È un chitarrista!” Anche se non ha toccato mai una chitarra. Solo Continua a leggere →

paura di volare

— Carissimo Sergio, da un paio di giorni ho difficoltà a meditare. Succede da quando, durante una meditazione, ho sentito che si stava dissolvendo tutto, che stavo perdendo ogni senso di io e di esistere, ero solo il vuoto, un vuoto vivo come nient’altro e allo stesso tempo un tutto pienissimo. — E da un po’ che mi dici di questa paura del nulla, del vuoto, che tutto si dissolve… Non è risolvibile dalla mente. Dobbiamo ricorrere a una metafora per spiegarla. Il bruco ha paura del vuoto Continua a leggere →