il passepartout per il samadhi

Quando sei di fronte al Brahman, hai veramente poca mente. Pochissima comprensione relativa, coscienza quasi indifferenziata. Però rimani lì sospeso e non ti unisci al Brahman. “Perché non mi fondo? Cosa succede?”. Manca l’Amore puro, l’Amore divino; solo quello ti porta a fonderti col Divino. Te ne ricordi, lo recuperi: “Dio meraviglioso!”, e sei fuso in Dio. A quelli di tendenza Bhakta non manca l’Amore divino. Chi non è di tendenza bhakta lo deve coltivare, e se ne deve ricordare Continua a leggere →

devi rimuovere la falsa identificazione col non-Sé mediante il Sé

Sri Ramana Maharshi, dal Discorso 542 Annamalai chiese: – Spesso ho il desiderio di vivere in solitudine per poter dedicare tutto il mio tempo alla meditazione. Si tratta di un desiderio buono o cattivo? M.: – Questi pensieri comporteranno una reincarnazione perché si possano realizzare. Cosa importa come e dove ti trovi? Il punto essenziale è che la mente deve rimanere sempre nella sua Sorgente. Se la mente è attiva anche la solitudine si trasformerà in un mercato. Non serve chiudere Continua a leggere →

quando si realizza il Sé, il samadhi è implicito

Quando si realizza il Sé, e non si tratta di un’esperienza temporanea ma si rimane tali, il samadhi è implicito; non v’e nessun bisogno di perdere tempo a pensare al samadhi. Se avete dubbi circa il vostro stato unitivo, chiedetevi: “C’è qualcosa che è separato da me? C’è qualcosa fuori da me?”. Se nulla è separato da voi quello è samadhi, indipendentemente da effetti speciali. Il fatto è che la letteratura spirituale ci ha abituati a ritenere che degli stati di trance, per Continua a leggere →

perché la pratica spirituale non ha successo?

Di un realizzato si dice: “Sta nel mondo ma non è del mondo”. Partendo da tale considerazione, chi non ha successo nella pratica spirituale dovrebbe chiedersi: “Mi sono dato a Dio? Servo Lui? Rivolgo sempre la mia mente a Lui? O sono figlio del mondo e ho la mente sempre rivolta al mio ego e al mondo?”. Se aspirate al successo spirituale, qualsiasi sia la pratica che seguite, il vostro pensiero dovrebbe essere sempre rivolto al Divino, dovreste essere sempre in intima comunione con Continua a leggere →

la sadhana advaitina è lo sforzo di rimanere consapevoli del Veggente!

Per poter dimorare nel Sé, che è essere il Sé, che è il sahaja samadhi, lo stato naturale, è necessario che la pressione psicologica degli eventi della vita diminuisca. Se gli eventi della vita ci coinvolgono troppo, il Sé, la Pura Coscienza che è il sostrato del film della vita, verrà offuscato. Riportandoci di continuo al Sé, il percipiente ultimo, attraverso il questioning: “Chi pensa, sente, immagina, percepisce ciò che sto sperimentando?”, a un certo punto avviene un distacco maggiore Continua a leggere →

sulla non-azione

Mi rivolgo al mio sangha: Pocanzi ho sentito V. al telefono. È andata molto bene. Negli ultimi tempi, ogni volta che lo sento, vedo subito che è molto avanzato e praticamente pronto alla realizzazione. Cosa lo sabotava questa volta? L’idea di dover fare qualcosa. Infatti qualche giorno fa l’ho invitato a stare nel Sé anziché in tutti i dubbi che gli emergevano, e lui mi ha risposto “Non posso stare nel Sé se qualcuno soffre o se il capo mi insulta”. Allora quando ci siamo sentiti Continua a leggere →

divieni devoto alla Pura Coscienza e sii essa

Tutto ciò che ti collega all’universo fenomenico è il tuo sentire di essere l’agente. Se deponi tale falsa identità e vigili a che non riemerga, cosa rimane? La Pura Coscienza senza l’illusione del mondo! Divieni devoto della Pura Coscienza e sii Essa. Divieni stabile nella tua Identità di Pura Coscienza così che quando si levano le onde della mente tu non ne sia distratto. La tua Identità di Pura Coscienza deve diventare incrollabile. Questa è la via diretta!   Continua a leggere →

bisogna avere una mente santa per realizzare il Sé?

Bisogna giungere a un punto in cui ci si distacca dalla mente, e questo può necessitare di purificazione mentale. Avvenuto tale distacco, non importa lo stato mentale in cui sì è, potrebbe anche essere agitatissimo, si è sempre illuminati, cioè sempre consapevoli dell’immutabile coscienza sottostante che siamo noi. Non si prova più il bisogno di migliorare i propri stati mentali. Non sarebbe dissimile dal voler migliorare il clima del giorno. Si è coinvolti quando si vuol fare qualcosa. Continua a leggere →

la Coscienza è eterna, è Shiva, è il Sé

Sri Ramana Maharshi, dal Discorso 450 La signorina Umadevi, una donna polacca convertita all’induismo, chiese a Sri Bhagavan: “Tempo fa dissi a Sri Bhagavan di aver avuto una visione di Shiva prima della mia conversione all’induismo. Un’esperienza simile si è ripetuta a Courtallam. Queste visioni sono momentanee, ma sono piene di gioia. Vorrei sapere come renderle permanenti e continue. Senza Shiva non c’è vita in ciò che mi circonda. Sono così felice quando penso a Lui. Vi prego, Continua a leggere →

quel sostrato di silenzio-distacco

— Hai descritto bene lo stress e il dispiacere per le disavventure di una persona cara. Sotto questi eventi dovrebbe essere rimasto uno strato di Silenzio-Distacco che nasce dal fatto che sai che queste cose fanno parte di un sogno, non sono la Realtà; ciò pur non rifiutandole né sottraendoti ai doveri che esse possono comportare. Lascia che lo strato di Silenzio-Distacco impregni anche l’evento stressante. Quando ci si realizza bisogna rivedere le abitudini con cui rispondiamo alla Continua a leggere →