shakti nasce dall’amore di Dio verso Sé stesso

— Ogni tanto vivo questo tipo di esperienza: in un certo senso mi accorgo dell’attivarsi dei sensi fisici e del loro ‘essere’ lo stato di veglia. Nello specifico, in alcuni risvegli notturni, i sensi non sono ancora attivi, anche se mi accorgo di questo solo quando tornano attivi, facendomi percepire che prima non c’erano, benché la consapevolezza c’era comunque. — Quando non c’è mente (e i sensi) tu sei ma non sai di essere. Per saperlo deve tornare la mente. È la trance che Continua a leggere →

diventare Uno

Diventare Uno – passatemi il verbo ‘diventare’ – non significa che soggetto e oggetto si fondono insieme come due entità equivalenti; se così fosse, da due cose ne nascerebbe una terza. Diventare Uno significa che il Soggetto supremo, il Sé, l’unica Realtà, riassorbe in sé tutta l’oggettività, la quale è apparente. Perciò, dimorando nel Sé, automaticamente ci si stabilisce nell’Uno senza secondo. Tale chiarezza vi aiuterà quando sarete pronti ad entrare nello stato non duale. Nel Continua a leggere →

Nirvana Shatakam

 Volevo spiegarvi l’origine del Nirvana Shatakam. Dopo che Shankara, bambino di 8 anni, ebbe il permesso dalla madre di diventare un sannyasin (rinunciante)… Conoscete le circostanze in cui Shankara ebbe questo permesso? La madre non voleva concederlo perché era vedova e temeva di non aver nessuno che avrebbe celebrato i riti funebri alla sua morte, in quanto i sannyasin non possono farlo. Una volta andarono al fiume per le abluzioni e Shankara fu afferrato al piede da un coccodrillo Continua a leggere →

una seduta con V.

Ho fatto una seduta con V. con le istruzioni: ‘Immergiti nell’Io, ‘Fonditi con l’Io’. La seduta non stava fluendo bene, allora ho chiesto “Come mai non c’è passione nel fonderti col Vero Io?”. V. c’ha pensato, poi ha detto “È perché la mente mi dice che fin quando c’è un corpo non è possibile la liberazione. Mi appare V. (la sua persona) che deve fare questo e quello e quindi non può essere libero”. “Sai che esiste una corrente di pensiero che lo afferma? Dicono Continua a leggere →

neti-neti, iti-iti e la pratica del “Chi Sono Io?”

Adi Shankara, Upadesha Sahasri, versetto 2.1: “Il Sé non può essere negato poiché è ciò che rimane quando si esclude tutto il resto attraverso la pratica della negazione neti-neti, ‘non sono questo, non sono questo’ (rivolta al non-Sé). Attraverso la pratica dell’affermazione iti-iti, ‘Io sono Questo, Io sono Questo’ (rivolta al Sé), il ricercatore realizza se stesso (cioè realizza l’unità col Sé)”. Soham - Nell’autoindagine secondo l’insegnamento di Sri Ramana Maharshi, Continua a leggere →

gocce di nettare di saggezza

Sri Ramana Maharshi, Discorso 314 [Le note tra parentesi quadre sono di Soham] Nelle risposte di ieri, Sri Bhagavan ha detto che nel sonno profondo il Sé è Pura Coscienza; ha indicato inoltre il Sé presente nella transizione dal sonno alla veglia come ideale per la realizzazione. Ora gli si chiede di spiegare di nuovo lo stesso concetto. M. – Nel sonno profondo il Sé è Pura Coscienza. Nello stadio di transizione tra sonno e veglia si evolve in aham (io) senza idam (quello) [l’Io puro Continua a leggere →

Mula Maya

Nisargadatta Maharaj: — La verità è soltanto il Brahman totale, nient’altro che Brahman. In uno stato di Brahman totale arriva il tocco dell’esistenza: “Io Sono”. Ma questo “Io Sono” non è semplicemente un principio qualunque: è Mula Maya, l’illusione primordiale. * * * Mulaakaasharupatrayam mahaamaayaa LA RADICE SPAZIO APPARE IN TRE FORME E QUESTE TRE FORME SONO CHIAMATE MAHA MAYA Commento L’energia primordiale è chiamata Mula Maya o Mula Prakriti, essa è sotto forma Continua a leggere →

bhakti

13 maggio 2021 Tornata dal lavoro, immersa in questa commozione, lo sguardo si posa sul volume secondo dei “Discorsi con Sri Ramana Maharshi”. Inizio a piangere e lo apro intuitivamente in corrispondenza di un pezzetto di carta che avevo messo come segnalibro qualche settimana prima. È il discorso 428, dieci strofe selezionate da Bhagavan dal famoso poema di Sri Adi Shankara ‘Sivananda Lahari’, che descrivono la devozione. Inizio a leggere e ogni frase risuona in Me! Quanta Gioia Continua a leggere →

bhakti è il terreno senza il quale il seme di jnana non può germogliare!

Jnaneshwar poneva bhakti come precondizione a jnana. Vi sono buoni motivi per questo. Il potere di bhakti di dissolvere la separazione e irrinunciabile per un aspirante jnani, così come il potere di conferirgli la leggerezza dell’umiltà, ‘una matitina nelle mani di Dio’, che jnana da solo non può realizzare. I due approcci, bhakti e jnana, si complementano; ciascuno dei due può raggiungere il completamento solo grazie all’altro e viceversa. Vi mostro un esempio. Poonja (Papaji) era Continua a leggere →