“ho sognato che ero in una bara”

— Stanotte ho sognato di trovarmi in uno stato di pre-morte. Ero in una bara, o meglio osservavo il mio corpo che stava in una bara, come se non fossi io. Dopo qualche giorno arrivava un operatore, che nel sogno era Jerry Calà. Mi toglie dalla bara, controlla che è tutto apposto, poi mi rimette nella bara e rimette la bara nel loculo. — Cosa ti fa venire in mente Jerry Calà? — Gli anni ’80-’90, quando non avevo tutti questi dolori e fastidi al lavoro. — La morte rappresenta Continua a leggere →

dialoghi sul nirvikalpa

raccolta di scritti e dialoghi, con il mio gruppo, sul nirvikalpa 1. — Fai meditazione formale? Quanto tempo al giorno? Come la fai? Quali esperienze hai? — La faccio la mattina presto. Se riesco faccio due sessioni di 45 minuti intervallate, altrimenti ne faccio una di un’ora. Che esperienze ho? Sono nel Se ma non come di giorno; sono più libera dal corpo, alcune volte mi sento il vuoto. Permane quasi sempre una sorta di mente che sono io ma non è quella deviante, è una mente che Continua a leggere →

questo è me

Una sadhana è assai ampia e complessa perché lungo il suo corso va a trasformare innumerevoli aspetti – fisici, energetici e mentali – dell’aspirante. Infatti, anche all’interno della medesima Via, ogni sadhana non può che essere unica e irripetibile. Proprio per questo i miei post quindi non hanno la pretesa di indicare una sadhana – cosa che può essere fatta solo all’interno della relazione continuativa tra maestro e allievo. Essi sono quasi sempre ispirati dalle domande che Continua a leggere →

l’idillio d’amore con Dio

È una meravigliosa frase di Yogananda. La prendo a prestito per descrivere i passi dell’idillio come li vedo io. 1. All’inizio l’aspirante vuole conoscere la propria vera natura. 2. Si impegna in qualche pratica spirituale e comincia ad aver le prime esperienze dirette, o samadhi istantanei. 3. Col tempo comincia ad avere assorbimenti più lunghi. 4. Poi raggiunge un livello in cui come siede a meditare è già subito in samadhi, anche se un attimo prima la sua mente era agitatissima. Continua a leggere →

una preparazione maggiore

A un certo punto l’aspirante comincia ad avere delle esperienze dirette, dei samadhi temporanei. Proseguendo egli si sente sempre meno separato da tutto il resto e quindi sta meglio: è più gioioso, amorevole… Ma questo stadio non implica un grande distacco dall’essere un ‘essere umano’, cioè dal corpo-mente. Spesso quelle esperienza dirette avvengono mentre c’è la percezione del mondo con cui ci si sente UNO, perciò vengono chiamati ‘samadhi esterni’. Per essere preparati Continua a leggere →

esperienze dirette

Le esperienze dirette vanno attraverso 4 fasi: 1. All’inizio l’aspirante le ha e non se ne accorge nemmeno. 2. Nella seconda fase se ne accorge ma non è consapevole del momento non duale, la sua attenzione è attratta solo da quello che la mente realizza dopo l’esperienza diretta. Sono le esperienze dei patriarchi del vecchio testamento che erano a un livello piuttosto bassuccio. Lui vive che è uno con Dio, la stessa cosa, ma quando esce la mente gli dice “Io sono il figlio di Dio” Continua a leggere →