è necessario passare attraverso l’esperienza diretta?

— Perché è necessario passare attraverso l’esperienza diretta affinché il vero Sé diventi abbastanza accessibile? — Tu puoi leggere trattati sulla fragola, ma la conoscerai direttamente solo quando la esperisci mangiandola. Vale lo stesso per il Sé; puoi conoscere trattati che ne parlano e cogitare molto a riguardo, ma lo conosci direttamente solo quando diventi Uno con Lui nel samadhi. Ora, come il bambino comincia a camminare sgambettando a fatica, così i primi samadhi sono esperienze Continua a leggere →

non basta qualche samadhi per avere uno jnani

Sri Ramana Maharshi, discorso 465. Sri Bhagavan spiegò a un giudice dell’Alta Corte in pensione alcuni punti dell’Upadesa Saram. 1) La meditazione dov’essere un flusso di attenzione ininterrotto come una corrente. Quando è ininterrotta viene chiamata samadhi o kundalini shakti. 2) La mente può rimanere latente e fondersi nel Sé; in questo caso dovrà necessariamente riemergere. Quando emergerà ci si ritroverà come prima, perché le predisposizioni mentali che erano latenti si Continua a leggere →

molti aspirante, una volta trovato il Sé, non sanno come procedere

Molti si impegnano nella ricerca del Sé, trovano il Sé e poi non sanno come procedere. Poiché aver trovato il Sé non significa ancora la realizzazione – cioè essere stabili nel Sé –, ma si entra ed esce, l’aspirante continua a fare la medesima pratica che l’ha portato alla scoperta del Sé. Ma quella conterrà dello sforzo e quindi manterrà la mente attiva, mentre ora la meta da conquistare è rendere la mente inattiva. Cosa bisogna fare una volta scoperto il Sé è racchiuso Continua a leggere →

l’appassionante storia di una grande anima

— Ecco il sogno che avvenne circa 10 anni fa. Lascio la veglia e si presenta il sogno, ma rimango sempre nella consapevolezza. Noto che ho un corpo simile a quello che osservo di solito. Sono in una città vecchia; credo che appartenga a una dimensione un po’ meno evoluta. Ci sono altri uomini lungo la strada. Noto portano un peso nel loro cuore, il disagio e la paura appare nei loro occhi. Riesco persino a percepire che in quel luogo è in corso una dittatura, manovrata attraverso deviazioni Continua a leggere →

la disidentificazione ultima

“Ieri sono sempre stata ritirata in casa senza spinte egoiche all’azione. Come ti ho scritto nel messaggio: la Tua Presenza immutabile illumina la Mia Presenza immutabile. La giornata trascorre nella pacifica Osservazione distaccata. Questo abbandono al flusso del presente mi introverte sempre più profondamente. Sembra che sia in atto un processo di disidentificazione dal corpo”. M. Commento di Sergio Qui viene descritto il processo della disidentificazione matura e ultima. Il quasi-Jivanmukti Continua a leggere →

samadhi significa sonno nello stato di veglia

Ramana Maharshi, dal Discorso 372: D – Si dice che nel sonno si faccia l’esperienza della beatitudine, ma ricordandola i capelli non si rizzano. Perché invece ciò avviene quando si ricorda il samadhi? M. – Samadhi significa sonno nello stato di veglia (jagrat sushupti). L’esperienza della beatitudine è forte e molto chiara, ma nel sonno è diverso [si riferisce al nirvikalpa]. D. – Possiamo dire che nel sonno non c’è infelicità ma neanche felicità, cioè l’esperienza Continua a leggere →

coscienza nella coscienza, 2

Carissimo Sergio, le tue parole di ieri mattina sono come un bisturi che affonda nell’ignoranza e con precisione indica la verità. “Immergi la Coscienza nella Coscienza. Non entrare in relazione con le distrazioni mentali”. La precisione scientifica di queste parole mi offre una guida talmente potente che è come se non dovessi far altro che far esistere queste due indicazioni: o c’è il samadhi, o ci sono queste due vie a condurmi. Che Grazia! Questa notte la Coscienza si è affacciata Continua a leggere →

Ramana Maharshi, discorso 82

Fu sollevata una domanda sulle differenze tra i vari samadhi. M.: Quando i sensi sono assorbiti nell’oscurità [incoscienza] c’è il sonno profondo; quando sono assorbiti nella luce [coscienza] c’è il samadhi. Proprio come un passeggero che viaggia dormendo in una carrozza non è consapevole del movimento, dell’arresto e dello stacco dei cavalli, così uno Jnani in sahaja samadhi non è consapevole degli avvenimenti, della veglia, del sogno e del sonno profondo. In questo esempio il Continua a leggere →

è questa una forma di samadhi?

— Poco fa, camminavo, ma non c’era un io a camminare. C’era il Sé, e una spinta a camminare. Non un “devo” camminare o “voglio” camminare, ma solo un movimento che accadeva attraverso un corpo. Ed ogni filo d’erba, ogni rumore, ogni forma di vita, ogni antenna, Tutto era Lui, ero Io. Poi, Ampi Spazi in cui c’era presenza ma non so cosa sia accaduto. Era come se dormissi e sognassi, presente, cosciente, ma staccata dall’illusione del sogno che stava accadendo in Me: quel camminare Continua a leggere →

da piccola chiudevo gli occhi e mi fondevo nel Sé

Da piccola chiudevo gli occhi ed entravo dentro di me sprofondando così tanto da avere momenti di fusione col Sé, di cui allora non comprendevo il valore e il significato. I primi ricordi risalgono a 6-7 anni: estati al mare… sotto il sole di mezzogiorno, il caldo e la luce mi facevano cadere senza sforzo in stati di unione. Le esperienze si sono intensificate con l’adolescenza: a volte bastava chiudere gli occhi per cadere in quegli stati unitivi e in essi scomparire. Non avevo alcuna Continua a leggere →