kensho e realizzazione

— Sto comprendendo che la realizzazione è una presa di coscienza. In tutto questo però leggo che Ramana aveva come Papaji la capacità di illuminare le persone con il tocco. Ma quindi quello è uno step di realizzazione superiore? — Alcuni maestri hanno il potere di indurre un ‘risveglio’ in allievi pronti a riceverlo. Si tratta di un kensho, come si dice nello zazen, ossia di una prima esperienza diretta temporanea, non della realizzazione. Quella ognuno se la deve conquistare da Sé. Continua a leggere →

assenza di desideri

— Carissimo Sergio, oggi dopo la sadhana avevo un impegno e dovevo guidare per un tratto non breve. Mi sono preparata, sono uscita di casa e ho percorso tutta la strada con la sensazione di essere immobile e con l’attenzione ritirata nella Coscienza. Fuori tutto avveniva in apparente caos mentre dentro regnava il silenzio e nulla si muoveva. L’attenzione era ritirata dentro. La memoria del corpo ha eseguito tutto ciò che serviva per arrivare dove dovevo arrivare, senza che si attivasse nessuna Continua a leggere →

il vero distacco avviene col nirvikalpa

Il vero distacco è il nirvikalpa - identità assoluta senza corpo né mondo. Il savikalpa mantiene ancora un collegamento con la molteplicità, anche se si tratta di una molteplicità non separata. Questo collegamento – le persone, i luoghi, gli oggetti, i momenti – può essere considerato ancora un corpo con cui l’individuo è identificato. Se leggete il Capitolo 43 dell’Autobiografia Di Uno Yogi, La Resurrezione Di Sri Yukteswar – una delle migliori descrizioni del mondo astrale e Continua a leggere →

guarda la paura in faccia ed essa non ti infastidirà più

Una volta il giovane Mukunda (che riceverà poi dal Guru il nome di Yogananda) chiese a Sri Yukteswar, il suo Maestro, di raccontargli qualche storia della sua infanzia. «Te ne racconterò una, con una morale! Mia madre tentò una volta di incutermi paura con la storia spaventosa di un fantasma in una camera buia. Mi recai immediatamente nella stanza ed espressi la mia delusione per non avervi trovato il fantasma. Mia madre non mi raccontò mai più storie di terrore. Morale: guarda in faccia Continua a leggere →

mission

— Oggi mi rendevo conto di una resistenza verso l’amare... Ci si sente abituati a certe cose negative, che quasi si teme starci senza. A parte che giungeranno sempre in qualche modo, solo che si trasformano più in fretta... Che sciocchini che siamo a volte... temere di vivere felici... — Swami Kripalvananda portò al livello massimo il non ferire. Era sempre dolce e gentilissimo. Queste che vengono lette come mere regole etiche conducono a delle siddhi quando sono completamente integrate Continua a leggere →

un santo è un peccatore che non si è mai arreso

P.: — Sergio e se ci si accorge che in alcune situazioni della vita trascorsa non si è stati capaci di trasformare tutto in Amore o non si è stati gentili, si può fare qualcosa in questa vita affinché questo non ci ritorni come Karma o ci costringa a reincarnarci per portare a termine il compito? Sergio: — Certamente! Il momento importante è il momento presente. È nel presente che puoi trasformare qualsiasi karma negativo. Se un contadino semina il raccolto e ha un’annata di cattivo Continua a leggere →

se il chakra del cuore non è aperto, quando con le pratiche jnana l’universo verrà sussunto nel Sé, la stragrande maggioranza degli aspiranti sperimenterà un algido deserto indesiderabile e si ritrarrà

G.: — Sto continuando il koan “tutto ciò che appare sono io stesso”. Qui è più facile, il posto è a misura d’uomo. Sergio: — Alternalo con “Ogni momento, ogni cosa e situazione è l’Amore puro di Dio”, altrimenti quando l’universo verrà sussunto nel Sé ti apparirà il deserto. Il deserto appare solo perché il cuore non è ancora aperto. Perché Dipa Ma benediceva tutto, anche gli oggetti inanimati? Perché lei ormai, percependo coi sensi le forme, vedeva solo invariabilmente Continua a leggere →

il furto del cavolfiore

Sri Yukteswar insegna al giovane Yogananda a non trascurare i propri doveri sociali Il Furto del Cavolfiore da ‘Autobiografia di uno Yogi’ di Paramahansa Yogananda Ananda Edizioni «Maestro, un dono per voi! Questi sei enormi cavolfiori li ho piantati con le mie mani; ne ho seguito la crescita con la tenera sollecitudine con cui una madre accudisce il proprio figlio». Presentai il cesto di ortaggi con un ampio gesto cerimonioso. «Grazie!». Sri Yukteswar mi rivolse un caldo sorriso Continua a leggere →

sono Yogananda

— Abbiamo tradotto il libro di Lucille – ancora un paio di mesi per la revisione finale. Trovo sia una grande risorsa. In genere gli jnani non parlano della vita, mentre Lucille all’opposto parla solo di come lo stato naturale si integra nella vita. La questione è che a volte, sentendo la stessa cosa detta in maniera diversa, l’aspirante ‘coglie la cosa’ e fa progressi. — Sì è vero a volte quella frase messa in un altro modo fa la differenza. A me per esempio questa metafora Continua a leggere →