due orientamenti opposti nella via di jnana

C. — Arrivi ad un punto, che anche le parole non hanno più impressioni e comprendi che il silenzio è l’unico rivelatore... Quanta conoscenza e indottrinamento; tutto per evitare di morire a se stessi! Soham — Sì. Nella via di Jnana vi sono due orientamenti opposti: quelli che praticano neti-neti e che indicano il Parabrahman privo di esperienza come il Supremo (buddhisti, il lignaggio Siddharameshwar-Nisargadatta-Ranjit, ecc.), e quelli che praticano iti-iti e indicano il Brahman nirguna Continua a leggere →

neti-neti, iti-iti e la pratica del “Chi Sono Io?”

Adi Shankara, Upadesha Sahasri, versetto 2.1: “Il Sé non può essere negato poiché è ciò che rimane quando si esclude tutto il resto attraverso la pratica della negazione neti-neti, ‘non sono questo, non sono questo’ (rivolta al non-Sé). Attraverso la pratica dell’affermazione iti-iti, ‘Io sono Questo, Io sono Questo’ (rivolta al Sé), il ricercatore realizza se stesso (cioè realizza l’unità col Sé)”. Soham - Nell’autoindagine secondo l’insegnamento di Sri Ramana Maharshi, Continua a leggere →

l’avvicinarsi dello stato senza sforzo

Amato buongiorno. Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata da una vecchia amica: “Come state? Siete vivi o morti? Non vi fate più sentire…”. Per un attimo ho avuto paura che la vita ordinaria, omologata al sentirsi un essere umano limitato, stesse tentando di riacciuffarmi e mi sono sentita insicura: “Sto impazzendo? Sto ribaltando tutta la mia vita?”. Stanotte ho sognato che ero nascosta in una soffitta. Nel sogno non ero il soggetto che agiva, ma lo osservavo. Ero un uomo e pensavo: Continua a leggere →

lo jnani è apparentemente nel mondo ma non è del mondo

Shivananda: — Cara Jnanananda, come stai? Ieri mi sei venuta in mente perché sono stata al supermercato. Mi trovavo nel flusso del Sé, facevo la spesa beatamente e ad un certo punto è successo qualcosa. Non sapevo che giorno fosse, se era sera, mattina o pomeriggio, e neanche bene cosa stessi facendo. Mi sono chiesta se fosse domenica, poi ho pensato che era giovedì. Insomma, ci ho messo un po’ per rimettere insieme i pezzi e quando sono risalita in macchina mi sei venuta in mente tu. Con Continua a leggere →

la liberazione in due passi

Sul piano spirituale ci sono solo due passi da compiere: 1. Conoscere il Sé. 2. Dopo averlo conosciuto resta soltanto l’abbandono al Sé per fondersi nel Sé. Solo in rarissimi casi la Conoscenza del Sé sfocia in un abbandono al Divino tale da annientare immediatamente la mente – Sri Ramana Maharshi ebbe una sadhana di sole due ore. Ma escluse tali eccezioni non è in grado di farlo. L’aspirante si viene allora a trovare in una condizione ibrida: da un lato sa chi è lui e dall’altro Continua a leggere →

il nulla di Shiva

Questo Nulla di Shiva, che trascende qualsiasi movimento, ha il volto della benevole equanimità del Buddha. Dovete comprendere bene la differenza tra l’arido nulla del piano causale, in cui il nulla è visto come un oggetto separato e non vi è identità con esso, e l’Universale Nulla della coscienza di Shiva in cui avviene il riconoscersi. ‘Nulla’ è un termine che nel linguaggio comune ha un valore negativo. Il nulla spirituale significa Purezza, ossia: nessuna concettualità, nessun Continua a leggere →

prima della conoscenza

Soham: — Entro in uno stato di non conoscenza interiore. Come se non vi fosse spazio per definire qualcosa, e non c’è nemmeno qualcosa. E avverto un bisogno di più completa assenza di conoscenza, di comprensione. Il senso di fluire, ma senza comprensione. Non vi sono domande. A un livello superficiale sì. Ma non mi sento collegato alla macchina superficiale. La macchina superficiale sembra vedere, distinguere, ma io sono da un’altra parte. Sono lì dove non si conosce, né vi è Continua a leggere →

questa meditazione continua diverrà lo stato naturale ininterrotto

Vijaya: — Ieri ho notato che, se riesco ad “osservare” durante la giornata, la sera non faccio alcuna fatica a meditare, appare spontaneamente il Se. S. — “Osservare” è meditare, invece di star dietro alle reazioni anarchiche della mente. Stai dunque dicendo che se mediti mentre sei in attività durante tutto il giorno, la sera quando ti siedi a meditare appare spontaneamente il Sé. Se continui così, questa meditazione continua diverrà il Sahaja (lo stato naturale) ininterrotto. Continua a leggere →

San V. che vinse la paura dei dentisti

— Fino a ieri sera sono rimasto abbastanza sganciato dalla mente. Apparivano dei dolori nel corpo, li osservavo e riuscivo a rimanere abbastanza distaccato. Poi ieri ho avuto dolori al fegato e all’addome abbastanza forti, mi sono lasciato impressionare e mi sono identificato col corpo dolente. — Tutto questo nasce da un errore di comprensione. Il dolore non c’entra niente né con l’ego né col Sé. Mi dici di quale utilità ti è stata identificarti con l’ego e col corpo? Ha forse Continua a leggere →

visione grossolana, sottile e divina

Sri Ramana Maharshi, discorso 364 Il Professor Nellore chiese di vishvarupa darshana. M.: Vishvatma darshana (il Sé universale) è vishvarupa darshana (Dio visto come universo), vale a dire: il Sé universale è il cosmo. Sri Krishna inizia il secondo capitolo della Gita dicendo: “Io non ho forma”. Nel capitolo XI dice: “Guarda la mia forma come l’universo”. È coerente? Dice ancora: “Io trascendo i tre mondi (fisico, sottile e causale)”, ma Arjuna vede in Lui i tre mondi. Sri Continua a leggere →