distingui bene l’io contaminato dall’associazione col corpo e i sensi dal Vero Io che è il Sé

Sri Ramana Maharshi, Discorso 268, II Parte INTRODUZIONE DI SERGIO In questa seconda parte Sri Ramana spiega come distinguere il falso io contaminato dall’associazione col corpo, i sensi e la personalità (una parte di identità e attributi mentali che riteniamo essere noi), dal Vero Io che è universale. Quando siamo identificati col falso io (l’ego), il Vero Io (il Sé) non ci è più visibile. Sulla via diretta vi sono due grandi sfide. La prima è conoscere il vero Io, il Sé – la Continua a leggere →

esiste solo mukti e null’altro

Accetta ogni momento così com’è, stai nel qui e ora. Ma com’è ogni momento? È che sei allegro, triste, entusiasta o apatico? E com’è il qui e ora? È che stai lavando i piatti o piantando un chiodo? Andando avanti ad accettare ogni momento così com’è, il che è Abbandono al Divino, scopri che ogni momento è indistintamente il Sé, che il qui ed ora è il Sé e null’altro! *    *    * Sri Ramana Maharshi, dal discorso 266: Il dottor Syed chiese: “Si dice che bisogna Continua a leggere →

consapevolezza della vacuità e fiducia in Dio

— Lavorare sul non-possesso mi ha mandato in crisi. Solo ora inizia a riemergere il Sé. — Una volta scoperto il Sé, la base della pratica consiste nell’insegnamento dello Yoga Vasistha. Devi continuamente contemplare che non esiste niente del mondo fenomenico, inclusi il tuo corpo e la tua persona. Finché esiste qualcosa ti sentirai in minacciato di perdere ciò che possiedi, di essere attaccato da qualcosa: l’inflazione, il grande reset, la cattiva salute o chissà che… Anche Continua a leggere →

come un astronauta

Pace come in un viaggio di astronauti dove si percorre tanto e non cambia mai niente. Pace senza spiegazioni, aliena. Pace nata da una forte introspezione, dove la forza centripeta è maggiore di quella centrifuga. Tutto si ferma anche se si continua a viaggiare. Solo immensità ed essere in un silenzio incapace di domande. [In dedica alla marcia di Jnanananda] Continua a leggere →

non basta qualche samadhi per avere uno jnani

Sri Ramana Maharshi, discorso 465. Sri Bhagavan spiegò a un giudice dell’Alta Corte in pensione alcuni punti dell’Upadesa Saram. 1) La meditazione dov’essere un flusso di attenzione ininterrotto come una corrente. Quando è ininterrotta viene chiamata samadhi o kundalini shakti. 2) La mente può rimanere latente e fondersi nel Sé; in questo caso dovrà necessariamente riemergere. Quando emergerà ci si ritroverà come prima, perché le predisposizioni mentali che erano latenti si Continua a leggere →

il nulla e la corda che tiene legato il secchio caduto nel pozzo

Su uno dei testi dedicati a Nisargadatta vi è un passo interessante. Una giovane racconta di aver preso parte a un ritiro spirituale ed aver scoperto che ‘Non Esiste Nulla’. “Sì” dice Nisargadatta, “E allora?”. “Cosa devo fare adesso?”. “Hai scoperto che non esiste nulla, ma ci sei ancora tu”, conclude Nisargadatta. Non voglio mettermi a confronto con Nisargadatta, non ne sono degno, ma io non avrei risposto così. Avrei detto: “Hai scoperto che non esiste nulla, ma non Continua a leggere →

recuperare la condotta di quella ‘religiosità superiore’ che Grandi Anime, di tutte le religioni e tradizioni, ci hanno mostrato

Vedo alcuni dei miei cari essere assai coinvolti nelle vicissitudini sociali. Quello è ego. Un praticante il raja yoga, la meditazione, l’autoindagine, dovrebbe aver conquistato maggior distacco ed equanimità. La fiducia nel Divino, dovrebbe rilassarlo circa le sorti del mondo e di lui stesso in quanto essere fenomenico. La mia, naturalmente, non è un’invettiva, comprendo queste reazioni; è un invito a questi cari a dare più peso a Ciò che veramente conta. Ed essi sanno di che si tratta. A Continua a leggere →

molti aspirante, una volta trovato il Sé, non sanno come procedere

Molti si impegnano nella ricerca del Sé, trovano il Sé e poi non sanno come procedere. Poiché aver trovato il Sé non significa ancora la realizzazione – cioè essere stabili nel Sé –, ma si entra ed esce, l’aspirante continua a fare la medesima pratica che l’ha portato alla scoperta del Sé. Ma quella conterrà dello sforzo e quindi manterrà la mente attiva, mentre ora la meta da conquistare è rendere la mente inattiva. Cosa bisogna fare una volta scoperto il Sé è racchiuso Continua a leggere →

lo stato di vacuità è stato il pomo della discordia di tutte le filosofie

Dice Sri Ramana Maharshi nel discorso 500: “Lo stato di vacuità è stato il pomo della discordia di tutte le filosofie”. Perché è così? Perché le parole ‘vuoto’ e ‘nulla’, usate quando si è vicini alla coscienza del Brahman, hanno un significato diverso dall’uso che se ne fa nel linguaggio comune. Nel linguaggio comune esse indicano mancanza, nella coscienza di Brahman indicano Purezza, vale a dire l’assenza di contenuti, di sovrapposizioni, di modificazioni mentali, Continua a leggere →

la storia di Huìnéng

A volte la stessa esperienza del Sé viene descritta in modo diverso, dovuto alla diversa cultura e al diverso temperamento di chi la descrive. Altre volte invece è diversa la comprensione dell’esperienza: una è più profonda e completa e l’altra è più parziale – e voi sapete che, come diceva Sri Atmananda (Krishna Menon): “Non è l’esperienza spirituale in sé che illumina, ma la corretta comprensione della stessa”. A tal proposito voglio raccontarvi la storia di Huìnéng, il Continua a leggere →